Sì, ma almeno scrivi roba originale, non scopiazzare Pennac
Scherzi a parte, sempre stupende le tue vignette (ma solo grazie alla gatta bastarda, ovvio).
@Crysalis: tutte le strip dell’Orso scrittore iniziano con l’incipit di un libro: considero un bel giochino anche indovinarlo.
Mi sembra comunque che tutti abbiate frainteso il senso della frase. Il libro da cui è presa è una sorta di saggio sulla lettura e l’affermazione che questi verbi non supportino l’imperativo non è ovviamente nel senso grammaticale del termine, ma nel senso che “leggere”, come “amare” e “sognare”, non sono cose che si possono imporre.
L’imperativo “Leggi!” esisterà anche in grammatica, ma l’autore (Pennac) non ritiene che porti a risultati positivi. Al contrario bisogna stimolare la persona perché arrivi a voler leggere di sua sponte.
Condivisibile o meno, suggerisco a tutti la lettura di “Come un romanzo” di Daniel Pennac.
Si Orso!
Dimostra a quella gatta quale fuoco scorre nelle nostre vene di scrittori, e falla svenire alla lettura di un tuo fantastico capolavoro!
Forza Orso!
Manuel.
Per il verbo “leggere” fino alla maggiore età sono invece assoluatemente d’accordo con l’uso dell’imperativo! Fino ai 18 anni, le lettere sulle pagine secondo me devono somigliare ai mattoni del popoplo ebreo durante la schiavitù egizia. Per gli altri due…ci vorrebbe una voce capace di realizzare ciò che esorta, altrimenti vien fuori il papocchio contrario!
@Upi: attenzione, non usare l’imperativo non vuol dire “se non vuoi leggere fa niente” ma che per spingere le persone, soprattutto e proprio i giovani, bisogna stimolare il loro interesse perché siano loro stessi a farlo. La scuola dell’obbligo è famosa per usare l’imperativo “Leggi!” e farti perdere ogni voglia di farlo. Difficile sintetizzare tutto il libro in poche frasi: risuggerisco la lettura del libro, che ha fatto ricominciare anche me a leggere con più assiduità oltre a stimolare la mia curiosità nei confronti di molti libri di cui parla.
Grazie Orso, anche io amo anche quel libro e questa è la mia citazione che amo maggiormente:
L’uomo costruisce case perché è vivo ma scrive libri perché si sa mortale.
Vive in gruppo perché è gregario, ma legge perché si sa solo.
La lettura è per lui una compagnia che non prende il posto di nessun’altra, ma che nessun’altra potrebbe sostituire. Non gli offre alcuna spiegazione definitiva sul suo destino ma intreccia una fitta rete di connivenze tra la vita e lui…
Cosicché le nostre ragioni di leggere sono strane quanto le nostre ragioni di vivere.
23 febbraio 2011 alle 01:03
[...] Link articolo originale: L'Orso Ciccione » Blog Archive » La dolce morte della letteratura [...]
23 febbraio 2011 alle 03:29
Su amare e sognare posso anche capire, ma “legga” o “leggi” non mi sembrano così inusitato.
Clap clap clap, la Gatta è più B. che mai.
23 febbraio 2011 alle 03:30
Su amare e sognare posso anche capire, ma “legga” o “leggi” non mi sembrano così inusitati.
Clap clap clap, la Gatta è più B. che mai.
23 febbraio 2011 alle 03:32
Esagerata … ti ho fatto i complimenti due volte …. ma nel primo commento c’è un refuso
23 febbraio 2011 alle 08:39
citamo quella mammoletta di Pennac?
23 febbraio 2011 alle 09:09
Sì, ma almeno scrivi roba originale, non scopiazzare Pennac
Scherzi a parte, sempre stupende le tue vignette (ma solo grazie alla gatta bastarda, ovvio).
23 febbraio 2011 alle 09:35
Fossi in te proporrei un’eutanasia reciproca…
23 febbraio 2011 alle 09:38
Leggere = leggi
Amare = ama
Sognare = sogna
Orso ha toppato… ma adoro la sua espressione nell’untima vignetta!
23 febbraio 2011 alle 09:48
io adoro pennac. e anche l’orso ciccione. smack
23 febbraio 2011 alle 10:38
@Crysalis: tutte le strip dell’Orso scrittore iniziano con l’incipit di un libro: considero un bel giochino anche indovinarlo.
Mi sembra comunque che tutti abbiate frainteso il senso della frase. Il libro da cui è presa è una sorta di saggio sulla lettura e l’affermazione che questi verbi non supportino l’imperativo non è ovviamente nel senso grammaticale del termine, ma nel senso che “leggere”, come “amare” e “sognare”, non sono cose che si possono imporre.
L’imperativo “Leggi!” esisterà anche in grammatica, ma l’autore (Pennac) non ritiene che porti a risultati positivi. Al contrario bisogna stimolare la persona perché arrivi a voler leggere di sua sponte.
Condivisibile o meno, suggerisco a tutti la lettura di “Come un romanzo” di Daniel Pennac.
23 febbraio 2011 alle 10:54
Non è che l’accademia della crusca ora chiede il contraddittorio a questa strip come comitato pro-vita?
23 febbraio 2011 alle 10:56
Ah! Ah! Eutanasia creativa, anch’io sarei a favore per alcuni casi che escono da certi reality
Ho letto anch’io “Come un romanzo” di Pennac e condivido il parere positivo
23 febbraio 2011 alle 13:19
Si Orso!
Dimostra a quella gatta quale fuoco scorre nelle nostre vene di scrittori, e falla svenire alla lettura di un tuo fantastico capolavoro!
Forza Orso!
Manuel.
23 febbraio 2011 alle 14:21
Per il verbo “leggere” fino alla maggiore età sono invece assoluatemente d’accordo con l’uso dell’imperativo! Fino ai 18 anni, le lettere sulle pagine secondo me devono somigliare ai mattoni del popoplo ebreo durante la schiavitù egizia. Per gli altri due…ci vorrebbe una voce capace di realizzare ciò che esorta, altrimenti vien fuori il papocchio contrario!
23 febbraio 2011 alle 17:20
@Upi: attenzione, non usare l’imperativo non vuol dire “se non vuoi leggere fa niente” ma che per spingere le persone, soprattutto e proprio i giovani, bisogna stimolare il loro interesse perché siano loro stessi a farlo. La scuola dell’obbligo è famosa per usare l’imperativo “Leggi!” e farti perdere ogni voglia di farlo. Difficile sintetizzare tutto il libro in poche frasi: risuggerisco la lettura del libro, che ha fatto ricominciare anche me a leggere con più assiduità oltre a stimolare la mia curiosità nei confronti di molti libri di cui parla.
23 febbraio 2011 alle 17:28
Grazie Orso, anche io amo anche quel libro e questa è la mia citazione che amo maggiormente:
L’uomo costruisce case perché è vivo ma scrive libri perché si sa mortale.
Vive in gruppo perché è gregario, ma legge perché si sa solo.
La lettura è per lui una compagnia che non prende il posto di nessun’altra, ma che nessun’altra potrebbe sostituire. Non gli offre alcuna spiegazione definitiva sul suo destino ma intreccia una fitta rete di connivenze tra la vita e lui…
Cosicché le nostre ragioni di leggere sono strane quanto le nostre ragioni di vivere.
12 agosto 2016 alle 13:04
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